giovedì 20 febbraio 2014

Intervista a Cinzia Gandini

Intervista a Cinzia Gandini

Oggi intervistiamo una persona che mi ha sempre riempito di sorrisi e positività.
Eravamo colleghe, once upon a time, e ridevamo assieme dei viaggi fatti e da fare.
Lei è Cinzia Gandini, valdagnese che ora vive a Valencia, in Spagna.


*Ciao Cinzia, come mai sei finita in Spagna?
Beh ...che dire..... la storia sarebbe lunga....
come si sa....a volte nella vita bisogna fermarsi un momento, guardarsi intorno e “ascoltare la natura che ci circonda e le vibrazioni di un cielo stellato...” questo non centra niente, però suonava bene.....dicevo...tirare un po le somme, valutare possibilitá e le possibili opzioni della vita, dirai, tipici discorsi da fine anno...buoni propositi,progetti da realizzare, chili da perdere,smettere di fumare.
Chi non ha sognato una volta dicendo,vado a vivere a...voglio un posto al caldo,con il sole,il mare...un giorno , in silenzio...”ho visto la luce” come direbbero i Blues Brothers...come dicono qui ...”he sacado los huevos...” e mi sono messa in gioco....Spagna arrivo!
Sicuramente pensare di andare in Spagna non e' stata una decisione presa a cuor leggero, anche se da sempre, nel cassetto dei desideri c'era una piccola scatolina con bandiera giallo rossa. Questo e' stato l'inizio dell' avventura.
*Se "leaving New York is never easy", come cantano i R.E.M, lasciare Valdagno... com'è?
Non saprei... forse ci sara' un motivo perche' non me lo sono mai chiesta. Se ci sei nata o ci hai vissuto una parte di Valdagno sempre restera' legata al tuo Dna.
VALDAGNO TI SEGNA PER SEMPRE...AHAHAHAHAHAH
Noto quasi più emozione quando ci ritorno, nel riscoprire le vecchie sensazioni... sarà l'eta'!!!
*C'è qualcosa che ti manca più di altro?
Certo che anche tu fai delle domande... insomma ... beh ecco...qui lo stracchino non si trova!!
 *Avrai sicuramente racconta Valdagno a qualche tuo amico spagnolo. Cosa hai detto della nostra Valle?
Certamente, alcuni amici hanno commentato entusiasti le foto di panorami e montagne. Gli ho poi raccontato delle attivita' di svago e di divertimento disponibili nella zona, l'arte, la cultura, la cucina.... e per dar loro la sensazione vera... avevamo per fino il bianco rosso originale “Carlotto”... purtroppo dopo il terzo bicchiere, bevuto fresco,in terrazza con un caldo estivo....gia' i commenti erano un po' confusi.

lunedì 17 febbraio 2014

Vittorio Bicego, un Missionario laico valdagnese.

Vittorio Bicego è stato un missionario laico nato nel 1942 e cresciuto a Valdagno, che a 36 anni ha cambiato vita trasferendosi in Guinea Bissau dove ha poi sempre vissuto, dando una mano alle povere popolazioni africane di quella nazione.
E' scomparso nel 1998 all'età di 56 anni per un'imperdonabile febbre malarica, ed oggi è sepolto a Castelvecchio: per chi volesse andare a rendergli omaggio, il Cimitero è situato dietro al colle attrezzato come area a pic nic che domina il campo da calcio della frazione, a cavallo tra le due Valli dell'Agno e del Chiampo.


 Un'immagine di Vittorio Bicego in Guinea Bissau tratta dal sito Internet www.webdiocesi.chiesacattolica.it

A Valdagno si era diplomato come ragioniere presso l'Istituto Tecnico Commerciale “Luzzatti”; in seguito aveva lavorato per 10 anni presso gli uffici centrali della Marzotto, ma dopo un breve viaggio in terra africana per andare a trovare un parente, decise di farvi ritorno prima usufruendo dell'aspettativa concessagli dal suo datore di lavoro, e poi definitivamente.
Laggiù ha lasciato una traccia indelebile della sua infaticabile operosità costruendo case, scuole, strade e aziende agricole tutt'oggi operative dedite all'esportazione degli anacardi, e che possono dare un futuro dignitoso ad una popolazione di una terra infelice, tra le 20 nazioni più povere al mondo (come riportato alla voce “Economia” della pagina sulla nazione della Guinea Bissau su Wikipedia, l'Enciclopedia libera sul Web). Curioso è il fatto che non è così semplice trovare tratte aeree che raggiungano così facilmente la Capitale Bissau, come vale del resto un po' per tutti gli altri paesi africani più poveri.
Nonostante la sua assenza da Valdagno ha sempre tenuto aggiornati con lettere (al tempo chiaramente non esisteva Internet, e la comunicazione viaggiava esclusivamente per posta) i suoi colleghi amici valdagnesi sulle sue avventure africane, come da una piccola traccia qui sotto riportata, che risale al lontano 1979:

Nella zona di Bedanda le condizioni di vita sono tremende e i bambini sono quelli che ne fanno le spese.
Due giorni fa sono andato a far visita ad un villaggio nella foresta.
Appena arrivato, ho visto nel gran cortile un bambino che giaceva supino e ogni tanto si irrigidiva tutto. Aveva la bocca chiusa come una morsa ed il corpo che si piegava all’indietro.
Il tetano era già molto avanzato e non c’era più niente da fare. I genitori lo hanno abbandonato a se stesso perché credono che l’Iran sia entrato in lui. Pensare che avevo spiegato loro di portarmi i bambini appena li vedono star male. Me non c’è niente da fare: l’ignoranza e la paura sono più grandi di loro.
Mi sono portato il bambino nella mia capanna e l’ho assistito. Almeno è morto in un letto e non in mezzo alla polvere come un cane.

Ricordo con piacere anche di aver sentito i suoi amici narrare che Vittorio chiedeva di essere aggiornato sui risultati sportivi delle squadre della sua città, e in particolare del Calcio Valdagno.
Oggi a Valdagno molte persone di buona volontà si sono unite, ed hanno dato vita ad un'associazione denominata Cooperazione Internazionale valdagnese decentrata che sostiene parecchie realtà missionarie in giro per il mondo, tra cui appunto quella dove è vissuto Vittorio Bicego.
Tutte le informazioni a riguardo possono essere reperite sulla relativa pagina del sito Internet comunale, a questo link.

@massimin74

martedì 4 febbraio 2014

La Nostalgia è un Gusto


Sono giorni che, in un modo o nell'altro, Valdagno è nella mia mente.
Qui a Carpi diluvia e allora mi sono venuti in mente quei giorni, quando andavo al liceo, in cui definivo Valdagno la Desperation Valley perchè non appena arrivavo a Vicenza per andare a scuola lì non pioveva più. Ora piove a dirotto anche a Vicenza e mi rendo conto che tutto il mondo è paese e i disastri, purtroppo, non hanno confini.
Quando mi vengono questi pensieri tristi vado in cerca, nella mia mente, di immagini che mi facciano bene: spesso penso ai giorni che ho passato a Aberdaron, nel nord del Galles.
E se proprio voglio stare ancora meglio, richiamo con pensiero quei gusti che rappresentano per me i confort food. Abito in Emilia da anni e qui, in quanto a cibo, la sanno lunga ma se penso a qualcosa che mi faccia stare bene penso ai gusti della mia Valdagno.
Circa 3 settimane fa era il mio compleanno ed è venuta a trovarmi la mia amica Eleonora, portando con sé ciò che poteva esaudire un mio desiderio grande: la sopressa.
Non so se qualche "expat" mi sta leggendo. Sicuramente c'è tanta gente di Valdagno che non vive più lì e allora io mi chiedo quali potrebbero essere, per queste persone, i gusti che mancano di più.
A me manca davvero il gusto della sopressa perché qui la si trova, magari nei supermercati grandi, ma non ha nulla a che vedere con quelle belle sopresse morbide e gustose che si trovano in valle.
Ogni tanto mi manca il gusto del Biancorosso di Carlotto.
Quando vivevo in Svizzera capitava che i miei genitori mi venissero a trovare: mia madre mi portava sempre il Biancorosso. Ah la Bruna se la sapeva lunga!
Mi mancano gli gnocchi con la fioretta perché qui mica sanno come si usa la Fioretta.
Un giorno sono andata in una cascina qui vicino a prendere il Parmigiano e ho chiesto se potevano vendermi della fioretta. Il latte è pur sempre latte, no?
Niente... non ce n'è per nessuno. La fioretta non si vende e allora niente gnocchi!
Devo ammettere che a volte, presa dalla disperazione, mi metto a farli con la ricotta.
La Maresina poi non ne parliamo nemmeno. Ne avevo una pianta bella alta e profumata... poi c'è stato il terremoto qui in Emilia ed io sono stata fuori casa per quasi un mese.
Risultato? Il caldo pazzesco di quei giorni e la mancanza d'acqua hanno bruciato la pianta e allora Addio Maresina!
Mi mancano i Bigoli con l'arna, che per me sapevano di domenica e di festa.

E' proprio quando non hai più tutte quelle cose con le quali sei cresciuta che pensi a quanto quei gusti abbiano lasciato dei solchi dentro al cuore.
E' in quel momento che capisci che Nostalgia non è più solamente una parola ma è un gusto, quello delle tue radici e di ciò che ti ha reso, in parte, quello che sei!
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