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Io me lo ricordo bene... dall'alto dei miei 35 anni.
C'erano due avvenimenti che dicevano a tutti i Valdagnese "Varda un po', xe riva Setembre".
Uno era la festa dell'Oratorio.
Il secondo era il Giro de l'Ombra che, come da tradizione, si svolgeva durante una delle prime domeniche di Settembre.
Spesso coincideva con uno degli ultimi giorni di vacanza prima di tornare a scuola.
Per chi non se lo ricorda (o non l'ha mai vissuto) Giro de l'Ombra era il soprannome della Camminata Enogastronomica per l'Avis.
Al grido di "Vin fa sangue" si partiva tutti baldanzosi al mattino, dopo un buon caffé corretto grappa al bar dello Stadio di Valdagno.
Il Giro era sì un'ottima occasione per far festa ma era soprattutto un pretesto goliardico per raccogliere fondi per una causa più che giusta.
Quello che mi piaceva da matti di quella manifestazione è che ci trovavi chiunque: dai giovani scatenati, alle famiglie con bambini, ai vecchi che camminavano in modo così costante da superare i ragazzi di 20 anni.
Era una festa pazzesca che, come molte feste, finiva alcune volte negli eccessi senza mai stravolgere quello che era il concetto sulla quale poggiava: divertiamoci per una giusta causa.
Il Giro è un pretesto per fare gruppo, un'ottima occasione per mangiare e bere e il momento perfetto per dire addio all'estate.
Di gente "in bala" ne ho vista parecchia ma non superava di certo la gente col sorriso sincero stampato in faccia.
Un bel giorno il Giro sparì e su quella sparizione se ne sentirono di ogni.
C'era chi diceva che non era educativo, chi raccontava che non c'era più chi voleva organizzarlo.
Il dato di fatto è che Valdagno aveva perso un momento che faceva parte, nel bene e nel male, della storia del paese.
Una delle cose più belle del Giro de l'Ombra era ritrovarsi qualche giorno dopo e sentirsi raccontare quelle cose che non ti ricordavi più di avere fatto.
Una risata, la promessa che l'anno prossimo sarebbe stato ancora più bello ... e l'Autunno era già alle porte, con tutti i suoi doveri e le cose da fare.
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