venerdì 30 agosto 2013

La Busta Azzurra

Foto da La Storia di Valdagno
"Go da dirte na roba: me licensio. Cambio lavoro."
"Te saré mia mata?"

Questa storia è un collage di molte chiacchiere fatte dalla sottoscritta e nasce da quel dialogo che leggete qui sopra.
Il Valdagnese doc deve immergersi almeno una volta nella vita nella parola "Marzotto": sia perché va all'asilo o in colonia, sia perché magari è nella banda, sia perché lavora proprio in quella che è una parte fondante dell'identità di Valdagno.
Per me valeva quest'ultima.
Io lavoravo alla Marzotto ma un giorno ho deciso di cambiare.
L'ho raccontato a mia zia, la sorella più vecchia di mia madre, e il risultato è l'incipit che leggete sotto la foto. Lasciare la Marzotto sembrava un salto nel vuoto tanto che il dialogo andò avanti con un racconto che mi accingo a riportarvi.
Mia zia faceva la sarta, anni e anni fa.
Un giorno lasciò la sua posizione di lavorante e andò alla Marzotto. Fino alla pensione.
Mi raccontò del giorno in cui, molto emozionata, trovò sotto la porta di casa quella busta azzurra che significava, al tempo, solo una cosa: assunzione in fabbrica.
Si trattava di una busta da posta interna, azzurro carta da zucchero, che i fattorini consegnavano a tutti quelli che erano stati scelti per entrare nei reparti di produzione.
Te la ritrovavi come una magia e, sempre per tale incantesimo, cominciava quel legame indissolubile che ti avrebbe portato fino all'età dei capelli bianchi.
Grazie a quella busta azzurra si stringeva un patto che non si poteva rompere.
Un po' come se la fabbrica Valdagnese rappresentasse le colonne d'Ercole che sancivano la fine del mondo dove si poteva lavorare e l'inizio dell'ignoto.
Di quella busta azzurra mi parlava anche mia nonna Cecilia.
Mi raccontava che quando la vedevi ti sentivi come se tutto il mondo fosse a posto.
Ogni avvenimento poteva seguire il suo corso.
Lavoro, lavorante, datore di lavoro.
Quella busta azzurra sanciva un'unione più indissolubile del matrimonio.
Quella tra la Marzotto e la sua gente.

PS: se qualcuno legge questo post e lavora alla Marzotto e trova una di quelle buste per posta interne azzurre, me la fotografa e me la manda? La mail è qui nella colonna di destra. Grazie


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