lunedì 9 settembre 2013

La Banda dei Carmini

Picture from Geoplan

Il post di oggi è un regalo di Massimo Ceron, aka Massimin74.
Anche lui racconta Valdagno e dintorni attraverso il suo blog.

Venticinque - trent’anni fa non esisteva Internet, e la TV non è che offrisse grandi passatempi.
E così non c’era alternativa migliore che trovarsi il pomeriggio fuori di casa, e inventarsi ogni giorno
qualcosa di nuovo, per passare i pomeriggi e crescere insieme.
Ai Carmini, piccola frazione di Valdagno ai piedi del Poggio Miravalle e dietro la fabbrica della Marzotto, ci si trovava tutti davanti alla Chiesetta, alla fontana o nel famoso campo, magari con un pallone da calcio (ma non necessariamente).

E lì si decideva cosa fare.
Tra i ricordi più belli senza dubbio le gare con i modellini delle macchinette nella discesa dietro la fontana, quelle con i carretti recuperati dalla raccolta del ferro vecchio (che era vicino alla cabina dell’ENEL), il gioco dei quercetti (ossia i tappi delle bottiglie delle birre o dei succhi di frutta), la costruzione della base per la banda su per il vicino bosco, la costruzione della diga che bloccava l’acqua proveniente dal ruscello a monte e che, quando veniva liberata, provocava l’allagamento degli orti e il successivo nostro fuggi fuggi generale dalle sfuriate dei proprietari, che magari avevano appena seminato.
Ma i periodi più intensi erano senz’altro quelli dei fioretti, ossia i ritrovi durante il mese di Maggio per le
recite del rosario nella chiesetta: qui c’era la costante diatriba (quasi ogni sera) tra signore anziane, chi
favorevole e chi contrarie alla nostra presenza, perché da una parte eravamo ritenuti fonte di disturbo
mentre dall’altra la nostra presenza veniva comunque vista come momento di allegria e spensieratezza,
magari dopo una dura giornata lavorativa in fabbrica.

Ma la banda dei Carmini era una cosa seria, e gli estranei che si avvicinavano alla base del bosco potevano essere attaccati con lanci di pigne.
E nei periodi invernali ci si radunava in ore serali lungo la strada che porta al Poggio Miravalle, e lì si
versavano interi secchi d’acqua sulla sede stradale, cosicchè la formazione del ghiaccio notturno la faceva diventare il giorno dopo una fantastica pista per le slitte, cosa inimmaginabile al giorno d’oggi, tutt’al più che al Poggio sta per costruire una sua residenza Matteo Marzotto.

Così siamo cresciuti ai Carmini, frazione di Valdagno.


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