lunedì 16 settembre 2013

C'era una volta Pippo

Foto da Google Images
Ieri ho rivisto, per caso, Roma Città Aperta di Rossellini.
Io amo quel film in modo viscerale perché è davvero un ritratto sincero su di un'epoca davvero estrema della storia Italiana.
Guardare quel film mi ha aiutato a metter giù qualche pensiero su questo post.

C'era una volta Pippo, ovvero c'era una volta un aereo che metteva paura a tutti i valdagnesi.
Siamo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale e Pippo era un aereo tedesco che sorvolava il nostro cielo valdagnese non appena cominciava il coprifuoco.
Mia nonna, la Cecilia, abitava in via Castello e lì passava l'estate a chiacchierare con tutte le donne della corte dove si trovava la sua casa.
Una delle cose che mi colpivano di tutte quelle signore spettegolanti era il gelo che calava sui loro volti quando passava un aereo nel cielo.
Così un bel giorno la Cecilia mi raccontò di Pippo, e capii molte cose.
All'arrivo della sera, di ogni sera tra il 1943 e il 1945, tutti dovevano entrare in casa.
Le luci dovevano essere spente, possibilmente gli scuri dovevano essere chiusi e nessuno doveva circolare per le strade.
Doveva regnare il silenzio, e dentro questo silenzio regnava la paura.
Rrrrrrrrrrrrrrrrrr... si sentiva solo il rumore dell'elica di Pippo.
Spesso quando si ha paura di qualcosa si cerca di dare a questa entità un nomignolo o qualcosa simile che lo renda più vulnerabile ai nostri occhi.
Questo è stato proprio il destino di quell'aereo: faceva così paura che tutti sentirono il bisogno di trovare a questo "coso" un nome che lo riportasse nei ranghi umani.
Mia nonna mi raccontò che fu il prete a chiamarlo Pippo.
Lo nominò per la prima volta durante una messa.
Non so se questa storia sia vero o verificabile.
Quello che però non cambia è che quell'oggetto volante molto ben identificato era il simbolo della paura di una popolazione intera.
Pippo soggiogava la città e stritolava la speranza di mettere la parola fine ad una guerra che ormai aveva già fatto danni irreparabili.
Quella parola, fine, arrivò.
Pippo se ne andò.
Nel cuore di chi visse quel periodo, però, ogni aereo era Pippo.
Ogni rombo era il seme di una nuova paura nel cuore.

4 commenti:

  1. Giovy, si chiama coprifuoco. Curfew in Inglese. Ciao.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, ho proprio scritto del coprifuoco ad inizio post.

      Elimina
  2. Dai racconti della mia nonna, che abitava in Valdastico pippo veniva chiamato cosi' perchè aveva disegnato proprio pippo nella carlinga, e non diceva che era tedesco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il commento. Da quanto ho capito... ce ne saranno mille di storie legate a pippo.
      Le uniche certezze sono che si tratta di un aereo e che terrorizzava tutti.

      Elimina

Ciao, ti ringrazio per il commento che mi lascerai.
Ogni contributo è sempre molto importante.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...